Duo Pianistico di Firenze - Programmi
Firenze Piano Duo

 

VENTI DITA IN ROSA

VENTI DITA IN ROSA
Tre secoli di donne compositrici per pianoforte a quattro mani

E’ una proposta del Duo Pianistico di Firenze, al secolo Sara Bartolucci e Rodolfo Alessandrini, che stanno avvicinandosi al diciottesimo anno di attività insieme e alla cinquantesima composizione presentata in prima esecuzione assoluta.
Il repertorio di questo Duo è uno dei più vasti e particolari nel suo genere (quasi 170 numeri d’opera presentati in pubblico), e fra le rarità dei due pianisti fiorentini figura anche questo programma interamente dedicato alla musica in rosa.
Venti dita in rosa è un omaggio alle donne, un omaggio alla figura della donna compositrice che dal ‘700 ad oggi si fa strada con difficoltà in un ambiente musicale dominato dalla figura maschile.
Seppure spesso nascoste e dimenticate, le compositrici hanno lasciato pagine bellissime, di struggente sensibilità e di un gusto tutto femminile particolarissimo.
Questa serata ci fa incontrare la musica delle donne attraverso la selezione di brani vari e caratteristici, dalle pagine pastello della Chaminade, alla frizzante Sonata Jazz della Zaimont, per accontentare tutti i gusti del pubblico.
Un’occasione diversa per festeggiare le donne, l’8 marzo, ma non solo!


ALCUNE OPERE DEL PROGETTO
le composizioni sono tutte per un solo pianoforte a 4 mani


Parte Prima: Il Settecento e l’Ottocento

Eleonore Sophia Maria WESTENHOLZ (1759 - 1838)
Sonata op. 3 (1806)
Allegro
Andante grazioso
Allegro molto vivace

Clara WIECK SCHUMANN (1819 - 1896)
Marche in Es dur

Cécile CHAMINADE (1857-1944)
6 Pièces Romantiques, op. 55 (ca.1890)
- Primavera
- La Chaise à Porteurs
- Idylle Arabe
- Serénade d’Automne
- Danse Hindoue
- Rigaudon

Parte Seconda: Il Novecento

Hilary TANN (1947)
Water’s Edge (1993)
Down light - From the riverbed - Toward dusk

Judith LANG ZAIMONT (1945)
Snazzy Sonata (1972)
Moderate Two - Step
Lazy Beguine
Be - bop Scherzo
Grande Valse Brillante

LE AUTRICI PROPOSTE

La prima compositrice della storia a scrivere per le quattro mani è Eleonore Sophie Westenholz (1759 - 1838), che fu seconda moglie di Carl August Friedrich Westenholz, Kappelmeister ad Amburgo. La Westenholz fu una acclamata cantante, nonché virtuosa del pianoforte e della glass-armonica, e svolse l’incarico di insegnante a corte fino ad età avanzata. La Sonata per pianoforte a 4 mani op. 3 (di cui il Duo Pianistico di Firenze ha presentato la prima esecuzione mondiale in questo secolo) risale al 1806, ed è una pagina graziosa che non ha nulla da invidiare alla media della produzione dell’epoca, e che reca qua e là alcuni momenti davvero felici.

Clara Wieck (1819 - 1896) non ha bisogno di presentazioni: è la donna musicista per antonomasia, e col passare degli anni la sua figura si sta sempre più affermando indipendentemente dal suo legame con Robert Schumann. Clara è il primo grande esempio nella storia di donna compositrice , pur avendo allevato numerosi figli e non avendo mai trascurato la famiglia.
La Marche per pianoforte a quattro mani è l’ultima composizione di Clara, scritta nel 1879, ed è da annoverare fra i lavori cosidetti “d’occasione”. Il pittore Julius Hübner (1806-1882) e la moglie Pauline, erano appartenuti alla cerchia di amici intimi di Clara e Robert Schumann durante i loro anni a Dresda. Gli Hübner celebravano a Dresda le loro Nozze d’Oro, esattamente il 21 maggio 1879!
«Non sapevo proprio cosa donargli...», aveva annotato Clara sul suo diario, «...fin quando la mia figlia maggiore, Marie, non mi suggerì di comporre una marcia usando il Lied di Robert col duetto del nonno e della nonna». Questo piccolo ma delizioso lavoro fu apprezzato perfino da Brahms, che ebbe a dire « ...Dovrei scrivere una lettera apposita per ringraziarvi di avermela spedita. L’ho suonata in tutta solennità, e ho pensato a come deve aver commosso gli Hübner! »

Altra figura fondamentale è quella di Cecile Chaminade (1857 - 1944). L’arco della vita di questa musicista copre probabilmente gli 87 anni di storia più complessi e ricchi di avvenimenti dell’intera storia dell’umanità. La Chaminade visse la più incredibile delle trasformazioni della società e della quotidianità: nel 1865 era una bambina cosciente con gli oggetti e la società dell’epoca, e alla fine della sua esistenza era in piena seconda guerra mondiale. Bambina prodigio fu avviata alla musica da Bizet, che la chiamava “il mio piccolo Mozart”.
I 6 pezzi romantici op. 55 sono una piccola suite da salotto davvero deliziosa. Nella semplicità la Chaminade ci insegna che si può sempre far musica sinceramente e senza essere banali, e qui dimostra pienamente di meritare davvero un po’ più spazio di quanto le è assegnato in alcune delle nostre blasonate enciclopedie.

Hilary Tann è nata in Galles ed è diplomata ad honorem all’Università di Cardiff nel 1968; si è trasferita negli U.S.A. dal 1980, dove presiede la cattedra al “Department of Performing Arts” presso l’Union College di Schenectady (N.Y.). Promotrice di musica femminile, ha un ruolo importante nella “League of Women Composers”. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti per la sua carriera in ogni parte del mondo e la sua musica è eseguita ormai dovunque.
The Water’s Edge (la superficie dell’acqua) descrive in tre momenti del giorno le suggestive atmosfere provocate dai riflessi della luce sull’acqua. In un linguaggio estremamente comunicativo, la Tann passa dalle atmosfere rarefatte dell’alba, a quelle toccatistiche del pieno giorno col turbine delle luci sull’acqua che scorre, fino ad un commovente notturno all’imbrunire.

Judith Lang Zaimont è internazionalmente riconosciuta come compositrice dal carattere eclettico e dalla vitalità ritmica e lirica della sua musica. Fra le sue composizioni, oltre 90 hanno vinto premi o ricevuto importanti riconoscimenti. La sua musica è stata eseguita nelle più importanti sale degli U.S.A., dalla Carnagie Hall, al Lincoln Center, da orchestre quali la Philadelpia Orch., la Pro Arte Chamber Orch. di Boston e altre importanti istituzioni.
La Snazzy Sonata, (di cui il Duo Pianistico di Firenze ha presentato la prima esecuzione italiana), è stata eseguita per molti anni dalla stessa autrice con la sorella. Si tratta di una composizione irresistibile, in cui si fondono le più ferree tradizioni formali della Sonata classica con i temi jazz e blues e alcuni stilemi tipici del novecento colto. Nel primo movimento si avverte una citazione del Boogie-Woogie, mentre l’Adagio di Sonata è costituito da un “Lazy” (stanco, svogliato) Beguine. All’inizio dello scherzo la Zaimont cita la 9ª Sinfonia di Beethoven, mentre nel Valzer finale si diverte ad inserire dei temi popolari infantili a contrastare con la nobiltà della danza viennese.

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